InVolley ha ottenuto l’iscrizione all'elenco dei soggetti possibili beneficiari del cinque per mille dell’IRPEF. Potete destinarle il Vostro contributo indicando il codice fiscale dell’associazione nel riquadro “Sostegno alle associazioni sportive dilettantistiche in possesso del riconoscimento ai fini sportivi rilasciato dal CONI a norma di legge” nei modd. CUD, 730, 740: 01005930399


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COMUNICATO DEL PRESIDENTE

Visto quello che è stato scritto sul web e detto da venerdì pomeriggio, momento in cui ho deciso, in qualità di responsabile della società Involley di sollevare Marcelo Margaria da allenatore del gruppo under 17 e del gruppo di avviamento allo sport della società suddetta, mi sembra giusto puntualizzare alcuni comportamenti di Margaria dal mese di giugno a oggi che spiegano, meglio di ogni altra cosa, quali sono gli aspetti che mi hanno spinto a prendere questa decisione.

Marcelo Margaria, dopo aver percepito fino all’ultimo centesimo, con tempi regolarmente rispettati (a differenza dei suoi colleghi che invece hanno atteso i tempi dettati non dalla volontà della società ma dalla crisi economica) il rimborso dovutogli dalla società nella scorsa stagione (in base alle sue richieste di avere denaro visto che aveva perso il lavoro), a giugno ha richiesto aiuto alla società (anche a me personalmente e tramite Cirillo) di cercargli un appartamento perché lui non ne era più in possesso. Il sottoscritto si è prodigato per la ricerca e, visto il budget basso a disposizione, lo ha trovato a Conselice (a casa mia si dice che piuttosto che niente è meglio piuttosto). Margaria ha tergiversato e io per correttezza non ho lasciato ad altri l’appartamento ma ho pagato due mensilità di affitto pur di averlo a disposizione e cederglielo qualora lui ne avesse bisogno. Dopo lunghe consultazioni Margaria ha deciso di non avvalersi dell’appartamento e optare per altra soluzione. Nel frattempo si sono susseguiti gli incontri fra il sottoscritto e Margaria nei quali, su suggerimento di Cirillo, io gli ho proposto una collaborazione lavorativa che esulava dalla sua qualifica di allenatore (già confermatagli da Raffaele Casadei che gli ha addirittura raddoppiato le mansioni e dunque anche il rimborso rispetto allo scorso anno) e anche in questo caso sono ancora qui ad aspettare la risposta di Margaria in merito alla mia proposta. Successivamente Margaria mi ha chiesto, anche con insistenza, di risolvergli un problema legato alla sua residenza visto che, non avendo fissa dimora, rischiava di dover tornare in Argentina e in questo caso, pur essendomi prodigato (assieme a Cirillo) per risolvergli il problema, non ho avuto riscontri positivi ma poi ad un certo punto mi è stato detto che questo problema era risolto. A inizio ottobre ho ricevuto una telefonata in tono minaccioso da Margaria che non era d’accordo sulla regola che i rimborsi della società (accade così da 20 anni, da quando io sono presidente) vengano pagati alla fine del mese successivo rispetto a quello che si è lavorato (esempio il mese di settembre viene pagato entro fine ottobre). Mi è stato detto che “in Argentina non funziona così” e che lui di quei soldi ne aveva bisogno prima, eccetera, eccetera e, dopo avergli spiegato che io non potevo tutte le volte stravolgere le regole per lui e avere comunque datogli la mia disponibilità ad anticipargli una parte dello stipendio il giorno successivo, lui mi ha risposto (al termine di una telefonata lunghissima, nella quale io ho detto le cose molte volte) che “se le regole erano quelle, lui si atteneva alle regole”. Ad inizio novembre Marcelo Margaria ha inoltre interrotto il suo impegno preso con noi nelle scuole perché, a suo dire, aveva trovato un posto di lavoro fisso, costringendoci a trovare un sostituto per le sue attività mattutine, oltre a spingerlo ad arrivare ripetutamente in ritardo agli allenamenti in palestra (cosa che si era verificata in diverse occasioni anche l’anno prima senza alcun provvedimento da parte nostra nei suoi confronti). Nello stesso momento Margaria ci ha comunicato di doversi recare in Argentina a casa sua da metà dicembre a metà gennaio per affari personali non meglio specificati, salvo poi comunicarci ad inizio di questa settimana (quando la società si era già attivata per sostituirlo nel periodo di sua assenza prendendo impegni con altre persone, non con fantocci) che non si sarebbe più recato in Argentina perché non gli poteva essere rilasciato il visto.
La settimana scorsa Giovanni Randi, in qualità di dirigente e di facente parte del consiglio di Involley, si è permesso di fare notare solo qualcuna di queste manchevolezze da parte di Margaria (oltre a piccole cose quale la scarsa cura del materiale sportivo che gli avevamo assegnato e della borsa del Pronto Soccorso che lui aveva già dimenticato un paio di volte in giro per le varie palestre). L’episodio del cambio di libero in squadra (dopo cinque partite, guarda caso, la squadra giovedì sera ha giocato senza libero che poi sarebbe dovuto essere il figlio di Giovanni Randi) arriva dunque come ultima di una serie di motivazioni che mi hanno spinto a sollevare dall’incarico Marcelo Margaria che stava indubbiamente svolgendo un lavoro tecnico eccezionale nella nostra società. La parte tecnica, però, è solo una componente della nostra attività che (la storia parla per noi) è svolta da persone affidabili e che fanno dell’impegno dello sport e del rispetto delle altre persone (atleti, altri tecnici, genitori e dirigenti) un marchio di fabbrica. So bene cosa significhi essere “esonerato” da una squadra perché nella mia lunga storia di dirigente sportivo ho dovuto prendere due volte decisioni dolorose con persone a me carissime come Paolo Pelloni e Giovanni Preti e i giorni successivi il senso di frustrazione è massimo sia da parte dei dirigenti (che hanno ammesso il loro errore nella scelta del tecnico) sia nell’allenatore che non può più fare quello che ama di più nella vita, però, dopo questo mio racconto, spero che non si pensi più che Marcelo Margaria è stato sollevato dall’incarico di allenatore dell’”Involley” perché non ha fatto giocare “il figlio di…” come da lui scritto nel suo profilo Facebook in un momento dove la lucidità, a mio avviso, ha spiccato il volo (forse verso l’Argentina). Io credo di avergli spiegato bene i motivi della mia decisione e resto a disposizione di ognuno di coloro che leggeranno questo mio scritto per spiegazioni ulteriori. Rivolgendomi ai ragazzi dico soltanto che mi dispiace veramente tanto aver interrotto una storia che per voi era bellissima e che aveva portato anche grandi risultati. Questa è una delle prime volte nella vita in cui subite una decisione di altri che in questo momento vi può sembrare ingiusta, inspiegabile, sbagliatissima ma che, vi assicuro, non è stata presa a cuor leggero da me e comunque andava presa per il bene della società e per la tranquillità dell’ambiente. Mi assumo tutte le responsabilità di questa decisione e assicuro che la società si adopererà per mettere tutti i propri atleti nelle condizioni di potersi esprimere al meglio come ha sempre fatto.
Grazie per l’attenzione. Enrico Spada (Presidente Associazione Polisportiva Conselice-Involley)

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